LA STORIA
Il Circolo Canottieri Sebezia è stato fondato il 15 luglio 1893 – da lì a due anni sarebbe diventato lo Yacht Club Canottieri Savoia – da undici soci del Circolo Canottieri Italia che, di comune accordo, si staccano dall’attiguo sodalizio rosso-blu fondato quattro anni prima e costituiscono così una alternativa agonistica al loro vecchio circolo con i nuovi colori bianco-celeste.
Ricevono in dote dal Circolo Italia anche il vecchio quattro jole a sedile fisso ‘NAUTILUS’. Il 15 agosto 1894, nel corso di una furiosa burrasca estiva, il ‘NAUTILUS‘ si capovolge causando la morte di tre dei quattro occupanti che partecipano ad un raid remiero Napoli-Capri e ritorno.
La Canottieri Sebezia, duramente colpita da luttuoso evento e sull’orlo dello scioglimento, si rivolge alla Casa Regnante. Umberto I e l’erede al trono Vittorio Emanuele, Principe di Napoli, fanno sì che il circolo prenda nuovo slancio. Per gratitudine i soci della Canottieri Sebezia cambiano la denominazione del Circolo inserendo il nome Savoia e, per ricordare gli amici scomparsi, sostituiscono il colore celeste della maglia con il colore nero.
Il Circolo è poi affettuosamente vicino alla Corte per il lutto causato dal regicidio di Monza (29 luglio 1900) e il nuovo Re, Vittorio Emanuele III, nello stesso anno della sua ascesa al trono concede al Savoia la patente di Circolo Reale e ne assume la Presidenza Onoraria, presidenza detenuta per ben quarantasei anni fino al giorno della sua partenza per l’esilio di Alessandria d’Egitto. Nello stesso anno, per dare ancora una volta un segnale concreto alla gratitudine per Casa Savoia, i colori sociali cambiano nuovamente e il nero è sostituito dal definitivo blu savoia. La vita sportiva e sociale del Club dal 1895 in avanti ha uno sviluppo frenetico. Lo yacht ‘Caprice’ dell’ing. Emilio Anatra si aggiudica, vincendo ben tre edizioni consecutive, la famosissima coppa Gordon Bennett che si disputa in Costa Azzurra, coppa riservata ai grandi yacht di venti tonnellate quasi tutti appartenenti alle famiglie regnanti d’Europa. I canottieri vincono di fila cinque edizioni della Coppa Lysistrata. Lo star ‘Orsa’ vince a Marsiglia nel 1934 il primo Campionato Europeo della Classe Star, con l’equipaggio Giannini-Malfitano. Tra le due guerre i colori del Savoia ottengono vittorie di grande prestigio sia nella vela che nel canottaggio.
Dal dopoguerra fino ai giorni nostri molti titoli italiani e europei e mondiali sono conquistati da equipaggi del Savoia. L’otto metri ‘Miranda III’ del Circolo Savoia nel 1949 viene scelto per difendere i colori italiani nella Coppa di Francia. E’ l’ultima partecipazione degli 8 metri S.I. a questa prestigiosa competizione. Nel 1960 il Savoia viene scelto quale centro operativo delle Olimpiadi della Vela di Napoli e il Dragone “Venilia”, con Nino Cosentino al timone, vince la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Napoli nel 1960.
Nel corso degli anni Ottanta il Savoia soffre di una crisi che ai più sembra irreversibile, il numero dei soci più che dimezzato e le attività sportive e sociali ridotte al lumicino. Nel 1991 la svolta. Un colpo di vento spazza via le carte da giuoco, allontana per sempre le decine di anziane signore che occupano tutti i pomeriggi la sede sociale, riaccende l’entusiasmo e riafferma l’orgoglio dell’appartenenza.
Il Savoia riprende a vivere. Le vecchie regole della vita sociale mai codificate da Statuti e Regolamenti del club vengono rispolverate. Si cena sempre con giacca e cravatta sia d’estate che d’inverno, i telefonini rigorosamente spenti e le signore sempre accompagnate, specialmente al ristorante, la politica tenacemente tenuta fuori dal Circolo.
Oggi il Circolo ha soci inseriti ai più alti livelli della vita politica, scientifica, industriale, amatoriale, artistica e non solo nazionale. Ai successi sportivi del Club si affiancano ogni giorno eventi sociali che fanno del Savoia il centro prestigioso della più bella attività culturale e mondana di Napoli. Nel 1997 su iniziativa del presidente Dalla Vecchia, l’Assemblea dei Soci decide di ritornare alla vecchia denominazione riappropriandosi così dell’appellativo di “Reale” scomparso nel 1946 dopo l’esito del referendum istituzionale.
Nel 1993 il maxi yacht “Blu Emeraude” vince con Raffaele Raiola il Campionato del Mondo dei Maxi Yacht. Il socio Vincenzo Onorato vince negli Stati Uniti nell’anno 2000 il Campionato del Mondo “Mumm 30” e, a seguire, quello degli IMS. Nel 2001 Vincenzo Onorato lancia la sfida per conto e nome del Circolo Savoia al Royal New Zealand Yacht Club di Auckland per l‘America’s Cup 2002-2003 con Mascalzone Latino.
Nel mese di gennaio 2002 il CONI conferisce al Circolo Savoia – unica società velica italiana – il Collare d’Oro al Merito sportivo, la massima onorificenza riservata alle società sportive centenarie.
Molti altri successi nell’ultimo periodo hanno arricchito il palmarès del Circolo Savoia. Il maxi yacht IDEA di Raffaele Raiola vince nel 2003 a Porto Cervo il Campionato del Mondo della Classe. Viviana Bulgarelli, partecipa ai Campionati del Mondo di Canottaggio e conquista ad Atene la medaglia d’argento nel due di coppia.
Il Circolo Savoia nel 2003 si aggiudica il trofeo Paolo d’Aloia, trofeo messo in palio dalla Federazione Italiana Canottaggio ed assegnato alla Società vincitrice della speciale classifica annuale riservata all’attività giovanile nazionale. In questi ultimi anni il Savoia è diventato il Circolo di rappresentanza della Regione Campania e del Comune di Napoli. Capi di Stato, Primi Ministri, Ambasciatori, Premi Nobel, grandi nomi della cultura mondiale in visita ufficiale nella città sono accolti nei Saloni del Circolo.
Al Circolo Savoia nel marzo del 2003 è stata organizzata la Cena di Gala in onore di Vittorio Emanuele e della sua famiglia in occasione del ritorno a Napoli dopo il lungo esilio.
In anni recenti, il simbolo più luminoso della sezione sportiva del Circolo Savoia è certamente stato Matteo Castaldo, il canottiere che ha portato a Santa Lucia il primo titolo italiano di canottaggio (in singolo). Da quel successo, per Castaldo si sono aperte le porte del grande sport internazionale. Il Socio Benemerito del Club ha vinto il titolo mondiale nel 2015, la medaglia di bronzo olimpica a Rio 2016 e ancora medaglie iridate in tutti i campi di regata. Di fatto, insieme all’altro olimpico di Rio de Janeiro, Fabio Infimo, ha aperto la strada a una nuova generazione che nel 2018 s’è affermata con il successo mondiale di Alfonso Scalzone e Giuseppe Di Mare, in grado di conquistare nel giro di un biennio tutto ciò che era possibile vincere a livello italiano ed internazionale (europei, mondiali giovanili, mondiali universitari). L’ultimo successo è il Mondiale assoluto a Plovdiv, in Bulgaria, il secondo per il Circolo Savoia dopo quello di Castaldo.
Nel 2018, il Circolo Savoia ha fatto registrare numeri record nel canottaggio con la conquista di 10 titoli italiani, di medaglie internazionali e della Coppa Lysistrata, vinta 5 volte in 7 anni dal 2012 al 2018.
Nel 2018 è tornata in alto anche la sezione velica, grazie agli atleti che si sono distinti nelle acque di tutta Europa vincendo due Medaglie d’Oro ed una di Bronzo ai Campionati italiani. Particolare soddisfazione ha dato al club la vittoria del Campionato italiano assoluto Offshore conseguito dal Pietro Moschini, socio del club, con la sua “Endlessgame” anche perché è stata accompagnata dalla vittoria di una delle regate di altura più importanti e fascinose che si svolgono nel Mediterraneo: la “Palermo-Montecarlo”, mai prima d’ora vinta dal Circolo Savoia.
Il Circolo Savoia oggi è presieduto dall’Avv. Fabrizio Cattaneo della Volta, in carica dal 2019.
LA SEDE
Quella attuale, in Banchina Santa Lucia, è la casa del Circolo Savoia fin dal 1893. Pur di sistemarsi lì, i fondatori accettarono inizialmente la coabitazione con la bottega di un fabbro. Più tardi il Circolo ottenne in affitto tutti i locali, che dal 1926 divennero di Giorgio Ascarelli, leggendario padrone del Calcio Napoli. Ascarelli accettò di rivenderli al Savoia, del quale era all’epoca Presidente Eduardo Pepe.
La cessione avvenne sulla base 300.000 lire. Alcuni soci, tuttavia, contestarono la scelta di Pepe, che reagì con le dimissioni. Ma ormai l’immobile, uno dei più suggestivi della città, era definitiva proprietà dei soci del Savoia: 1.000 mq sistemati proprio sulla banchina del porticciolo di Santa Lucia, con locali di rappresentanza, saloni, sala da pranzo, sala di lettura, cucina, spogliatoi, toilette maschile, toilette femminile, presidenza, sala biliardo, bar, segreteria. La superificie esterna è composta da una terrazza con giardino che accoglie gradevolmente sia d’estate sia d’inverno.