29 lug, 2021
“Alzate il gran pavese!”. L’urlo del presidente Fabrizio Cattaneo della Volta, alle prime ore dell’alba, è risuonato forte e chiaro in banchina Santa Lucia. “Dobbiamo celebrare Matteo, ancora una volta”. Qui Castaldo è come un figlio o un fratello per tutti. In segreteria, nella sala ristorante, in terrazza e in palestra. Basta dire il suo nome per vedere spalancato un sorriso. Perché Matteo è “uno di noi che ce l’ha fatta”.
Arrivò da ragazzo, in barca non andava ed era vicino a mollare la presa. Lo accolsero a braccia spalancate l’allora presidente Pippo Dalla Vecchia e gli allenatori Andrea Coppola e Mariano Esposito. “Pippo fu il primo a scommettere su di lui – ricorda il presidente bianco blu – con una felice intuizione lo portò al Circolo Savoia trasformandolo nel campione che è oggi”.
È diventato la prima medaglia olimpica nella storia del canottaggio del Circolo Savoia. Prima volta a Rio, il bis ieri a Tokyo. Cinque anni e due figli dopo. Un esempio da seguire, il ragazzo da imitare. E infatti alle sue spalle cresce la sezione remiera bianco blu, un riferimento a livello nazionale per qualità e quantità di atleti. “Con la medaglia di Tokyo, Castaldo si conferma un fuoriclasse assoluto e la scuola canottaggio del Savoia una fabbrica di campioni. E che campioni, campioni olimpici”, dichiara il presidente Fabrizio Cattaneo della Volta.
“Fabbrica di campioni è il titolo che ci descrive meglio, nasce da un’intuizione del compianto giornalista Carlo Franco, che avrebbe raccontato con il solito entusiasmo anche questa medaglia”. E adesso, annuncia il presidente, aspetteremo Castaldo per celebrarlo “come ormai facciamo da sei anni, da quel primo storico mondiale vinto in Francia nel 2015. Come corpo sociale ci uniamo alle gioie di questo ragazzo e non possiamo non ricordare che è nipote di Carlo Rolandi, un’altra grandissima figura dello sport italiano e napoletano”.